Vi, oltre ad essere uno dei migliori editor di testo del pianeta, e’ anche quello in assoluto piu’ usato dai sistemisti di rete, che spesso necessitano di uno strumento leggero, veloce e privo di interfaccia grafica per la gestione remota dei server.
Questo potentissimo editor ha pero’ una particolarita’ non da poco: ha un set di comandi che, per usare un eufenismo, potremmo definire “anomalo“, che spazia da un “semplice” [ESC] : X per salvare ed uscire ad un [ESC] QA ! per uscire senza salvare. Ma, come per tutte le cose, si tratta di farci l’abitudine, dopo di che sara’ veramente difficile abbandonare Vim (la versione “improved” di Vi).
In aiuto di quanti siano ansiosi di apprendere come districarsi fra i molteplici comandi, giunge questa utile guida (in inglese), segnalata poco fa su Digg
Ho provato anch’io sia pico che nano. Joe mai sentito oO
Comunque, anche se faccio poco su linux, non riesco a staccarmi da Vi (sempre da shell, ho usato solo qualche volta Vim :P)
pico e il derivato nano li conoscevo già da tempo. Joe l’ho sentito nominare proprio ultimamente.
Fortuna che non mi ritrovo ad amministrare reti a centinaia di chilometri (anzi, fortuna che non amministro reti lol)
Vedi, il punto e’ che VIM e’ praticamente indispensabile per un amministratore. Per gestire dei server, o anche dei semplici computer, da remoto, e’ necessario un editor testuale, privo di interfaccia grafica.
In questo modo non hai degradi prestazionali, anche con collegamenti a centinaia di Km. Se invece ci fosse una gui di mezzo, tutto sarebbe immensamente piu’ lento, snervante e, questo si, noioso.
Invece, grazie a Vim, Joe o Nano, tutto e’ veloce ed immediato
We sky! quanto tempo che non ti facevi sentire 😀
Devo dire ceh questo Vim è… NOIOSO! XD
Praticamente è privo di interfaccia grafica e si utilizza una specie di linguaggio di mark-up per utilizzarlo? .-.
Sempre su Digg ho pescato questo : http://diveintogreasemonkey.org/